
Ciao a tutte e a tutti,
il comunicato allegato è forse lungo, ma il succo è presto detto.
Vi ricordate? 300 donne affiliate all’IPCT rischia(va)no di perdere per diversi mesi la rendita ponte a causa dell’innalzamento dell’età AVS.
ErreDiPi ha denunciato pubblicamente, anche sulla stampa (LaRegione_29.7.25_IPCT una rendita incompleta per le donne), che tutto il CdA della cassa, con l’eccezione dell’ErreDiPi, aveva approvato in maggio un documento fitto fitto di cifre e di considerazioni discutibilissime che sbarrava la strada a queste donne, dicendo, alla fine, due cose secche:
- la cassa non sarà tenuta a pagare l’anno in più che separa queste donne dalla nuova età pensionabile.
- La cassa non solleciterà i datori di lavoro affinché paghino per evitare possibili tensioni con loro.
Non ci fossimo mossi, la faccenda era chiusa: niente “toppa” – né da parte di IPCT né da parte del Governo – e perdite di diverse centinaia di franchi al mese per le assicurate, che di colpe non ne avevano…
Lunedì 6 ottobre, l’On. Christian Vitta ha affrontato il tema di queste 300 donne affiliate all’IPCT e ha confermato pubblicamente che il “Governo ha dato disponibilità ad entrare nel merito per trovare una soluzione”.
Il Cantone, come datore di lavoro, è disposto a fare la sua parte e le dipendenti dello Stato non perderanno la rendita ponte: l’ErreDiPi apprezza la disponibilità del Governo e si rallegra perché – di conseguenza – per tutte le donne coinvolte (dipendenti dello Stato e no; al beneficio delle norme transitorie o no) si avvicina una soluzione positiva. Per noi è un punto fermo: non ci può essere discriminazione di genere all’interno della cerchia degli affiliati e il Consiglio di amministrazione della cassa deve operare perché ciò non avvenga.
Ci sono, è vero, ancora alcune piccole questioni da risolvere, ma ora abbiamo fiducia: il clima è cambiato.
La porta è stata chiusa dal CdA in maggio e l’ErreDiPi l’ha riaperta. E siamo contenti.
ErreDiPi ha confermato di muoversi in modo trasparente e di saper tenere la schiena dritta: i nostri rappresentanti in seno al CdA intervengono e votano partendo dagli impegni che hanno preso nei confronti degli assicurati e delle assicurate; informano chi li ha votati e si consultano con loro. E quando c’è da opporsi a decisioni ingiuste, lo fanno con coraggio.
Continueranno così.