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Lettera al CdT di un'assicurata

Pubblichiamo di seguito la lettera al Corriere del Ticino di un'assicurata IPCT che ben sintetizza preoccupazioni e problematiche circa l'IPCT; il richiamo alla responsabilità della politica appare con tutta la sua forza.

La lettera è stat

a pubblicata il 30.03.2023.


A proposito di cassa pensione: tre domande ai futuri granconsiglieri.


Quando a gennaio è arrivato a casa il certificato di cassa pensione, l’ho tirato fuori dalla busta e l’ho “classato”, senza prestarvi attenzione, come al solito. Il calcolatore del sito erredipi.ch, tuttavia, mi ha messo di fronte alla mia leggerezza: guardando meglio il certificato IPCT ho scoperto infatti che ogni mese finiscono in cassa pensione 1106 CHF (437 versati da me, 669 dal Cantone, mio datore di lavoro), per un totale di 13'274 CHF all’anno; il guaio è che il mio credito di vecchiaia annuo non è pari a quei 13'274 franchi, e nemmeno si avvicina ai 12'000, bensì ammonta a 7'000 franchi, perché oltre 6’000 CHF finiscono nel calderone IPCT, per mettere una pezza agli errori del passato. Dicono si tratti di solidarietà, dei giovani a favore dei pensionati. Ma per sua natura la solidarietà dovrebbe essere proporzionata e gratuita: dono il sangue perché voglio e posso, ma non mi faccio asportare un rene di nascosto. Nel nostro caso, inoltre, si flirta con l’illegalità, perché secondo la LPP il datore di lavoro deve versare una somma almeno pari a quella del lavoratore: dei miei 7'000 CHF annui di credito, tuttavia, 5’200 vengono versati da me, e solo 1'800 dal Cantone. Lo stesso vale, con proporzioni diverse, per tutti gli affiliati IPCT.

Ho scritto all’IPCT per chiedere chiarimenti, senza ricevere risposta. Mi rivolgo quindi a voi, futuri granconsiglieri, che ultimamente prendete posizione su queste pagine, e vi pongo tre domande:

  1. Come difendete il fatto che siano i lavoratori a pagare per gli sbagli di chi vi ha preceduto?

  2. Vi sembra giusto che il datore di lavoro contribuisca solo con 1/4 al credito vecchiaia di un dipendente, venendo meno alle indicazioni della LPP?

  3. Siete disposti a sostenere delle solide misure di compensazione, che prevedano l’intervento statale?

In fin dei conti, siamo privilegiati solo agli occhi di chi non si informa, temo.

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